La storia

 

Don Lorenzo Milani (1923-1967), sacerdote ed educatore, è stato il fondatore e l’animatore della famosa scuola di Sant’Andrea di Barbiana, il primo tentativo di scuola a tempo pieno espressamente rivolto alle classi popolari.

I suoi progetti di riforma scolastica e la sua difesa della libertà di coscienza, anche nei confronti del servizio militare, compaiono nelle opere “Esperienze pastorali“, “Lettera a una professoressa” e “L’obbedienza non è più una virtù” (questi ultimi due testi scritti insieme con i suoi ragazzi di Barbiana) , nonché una serie importantissima di lettere e articoli.

A lungo frainteso e ostacolato dalle autorità scolastiche e anche da una parte di quelle religiose, Don Milani è stato una delle personalità più significative del dibattito culturale del dopoguerra e la sua vita rappresenta ancora oggi una grande testimonianza di fedeltà nella sua scelta di essere dalla parte degli ultimi.

Nel libro Lettera ad una professoressa, giunge a rivoluzionare completamente il ruolo di educatore, denunciando la natura classista dell’istituzione scolastica italiana e proponendo nuovi obiettivi e nuovi strumenti che potessero concretamente andare incontro ai bisogni dei ceti meno privilegiati.

Della missione sacerdotale di don Milani, papa Francesco ha così delineato l’impegno educativo (23 aprile 2017 in occasione della presentazione dell’opera omnia di don Milani):

«La sua inquietudine, però, non era frutto di ribellione ma di amore e di tenerezza per i suoi ragazzi, per quello che era il suo gregge, per il quale soffriva e combatteva, per donargli la dignità che talvolta veniva negata. La sua era un’inquietudine spirituale alimentata dall’amore per Cristo, per il Vangelo, per la Chiesa, per la società e per la scuola che sognava sempre più come un “ospedale da campo” per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati»